SIUA - Pet Therapy

"Animale medicina"vs "Dimensioni di relazione"

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Odette Abramovich
view post Posted on 14/2/2013, 16:04




Mi chiamo Odette Abramovich, e da anni mi occupo di istruzione cinofila, progetti di zooantropologia didattica, attività in fattoria didattica e pet therapy. In questo momento sto affrontando come istruttrice cinofila uno dei casi più complessi del mio percorso. Sono stata chiamata a lavorare con un cane che sembrava avesse problemi a separarsi dai proprietari quando questi andavano via di casa. Ho chiesto di fare un filmato per capire meglio la situazione e quello che abbiamo visto ci ha fatto rabbrividire. Il cane, per ore prendeva la rincorsa e sbatteva contro la porta fino a staccarsi le unghie e farsi venire il sangue al muso. A questo punto l’intervento di una collega veterinaria comportamentalista è stato indispensabile. Oggi il cane è sotto farmaco e segue un percorso per diminuire il suo stato ansioso…uno stato di profondo malessere. A questo punto vi chiederete cosa c’entri tutto ciò con la pet therapy? … Questo cane è stato adottato dalla famiglia perché il figlio soffriva di una bruttissima depressione per la quale faceva fatica anche ad alzarsi dal letto. Di fronte a questa situazione la psicologa aveva consigliato di prendere un cane.
Purtroppo sempre di più ci troviamo davanti a situazioni come queste, cani adottati per essere inseriti in case di riposo, centri diurni o case di privati con situazioni già di per se molto complesse, con l’idea che “il cane faccia bene”, e sempre più spesso gli istruttori cinofili siamo chiamati a risolvere situazioni in contesti di questo tipo dove il cane dopo un po’ non è più il benvenuto perché abbaia, morde, salta addosso, o agita le persone che vivono in queste strutture. E’ quindi indispensabile cominciare a riflettere seriamente su quest’argomento. Di fronte a una situazione di disagio, non sarebbe più giusto sviluppare un progetto di terapie o attività assistite dagli animali?. Non possiamo permettere che si continui a prescrivere l’animale come medicina! Ma mi spingo oltre e dico che non è giusto neanche prescrivere una relazione!... per ogni situazione (a seconda degli obiettivi prefissati insieme alle figure di riferimento per la persona in difficoltà) sarà necessaria una precisa prescrizione e proscrizione di certe aree della relazione con l’animale che permetta un cambiamento nella direzione desiderata.
Avete mai avuto l’opportunità anche voi di toccare con mano la differenza? [/font][/font][/font][/font]
 
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Veronica Zanardi
view post Posted on 29/3/2013, 12:35




Ciao Odette, mi trovi perfettamente d'accordo sulla questione "un cane non è la panacea per ogni male" e sul fatto che non basta mettere un cane vicino ad una persona che sta male per farlo star meglio ...anzi! io però avrei una domanda ... non so se questo è il topic giusto in cui scriverla ma confido che eventualmente gli amministratori del forum la sposteranno nello sopazio più giusto.
Io ho spesso difficoltà a far capire ai committenti (psicologi, operatori, medici ...) perchè un cane non dovrebbe lavorare tutte le settimane (per non dire più di una volta a settimana). Vi vorrei chiedere se voi avete degli articoli, degli studi o qualcosa magari scritto dal Prof. Marchesini a tal proposito in modo da poterla portare a sistegno della mia tesi.
Grazie mille per le risposte ed info che potrete darmi ...
e Buona Pasqua a tutti! :)
 
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Odette Abramovich
view post Posted on 16/4/2013, 13:43




Ciao Veronica. Esiste molta ricerca riguardo lo stress del cane al lavoro. Nello specifico le misurazioni sono state fate sul pelo, la saliva e le feci dei cani coinvolti in pet therapy. Molta osservazione è stata rivolta anche ai segnali di stress . Da questi esiti emergono dati che fanno pensare che diminuire al massimo la durata e la frequenza delle sedute possa essere di grande aiuto per loro. Nel tempo è comunque giusto riflettere sul fatto che esiste una differenza per ora difficilmente valutabile: quanto di quel stress è eustress e quanto distress?. Questo ancora non è stato approfondito. Come tu ben sai nel nostro approccio facciamo una grande attenzione alla valutazione del cane come soggetto e non solo come appartenente a una categoria. Per questo motivo in realtà sarebbe più giusto valutare con tutti gli strumenti a nostra disposizione per quel cane quante sedute (e di che tipo) siano quelle appropriate per riuscire ad assicurare il suo benessere . Comunque nelle prime fasi lavorative del cane (dopo la certificazione) questa valutazione è difficile e diventa più facile valutarlo dopo che abbiamo lavorato molto insieme. Per questo motivo consideriamo che sarebbe meglio stare sempre larghi e consigliamo di non farli lavorare più di una volta ogni due settimane.
 
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2 replies since 14/2/2013, 16:04   251 views
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